Ora io sono tutto una tazza di baci, come le alte snelle vestali d'Egitto, ricolme dei divini eccessi.  A te alzo la mia coppa di baci e per i recessi azzurri del tempio, verso te grido tra sfrenate carezze.  Dal lucido contorno cremisi delle mie labbra si libera la passione giù per l'agile corpo bianco stilla l'inno commovente.  E immobile davanti all'altare elevo il calice colmo, gridandoti di genufletterti e bere, Altissima.  Ah, bevimi, su, che possa esser io entro la tua coppa come un mistero, quello del vino calmo in estasi.  Luccicando immoti, in estasi i vini di me e di te mescolati in uno cómpiano il mistero.  

 
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