sabato 30 marzo 2013


Incatenati a pensieri
che rimbalzano metallici
come schegge
su cuori di carne




martedì 26 marzo 2013

the last supper



Hyatt Moore, "The Last Supper with Twelve Tribes", sometimes now called The Next Supper,Collection of Loma Linda University, California.  



"L'Ultima Cena con Dodici Tribù" è stata dipinta nel 2000 per commemorare l'inclusione di tutti i popoli sotto Dio. Olio su tela (con acrilico sotto-pittura), 20 x 4,5 feet. Dipinta in British Columbia, Canada, è attualmente in mostra in California.



Raffigurati (da sinistra) sono: Crow del Montana, Berberi del Nord Africa, Masai del Kenya, Cina, Ecuador, Afghanistan, Gesù, Etiopia, Tzeltal del Messico, Canela del Brasile, Papua Nuova Guinea, Salish della British Columbia, Mongolia.




mercoledì 20 marzo 2013

The Frescobaldi Legacy di Sandro Ivo Bartoli recensito oltreoceano





Weird and wacky, and totally essential for an understanding of how the musical mind works, sort of the unintended Jonathan Sacks effect. It is a reminder, whatever your response, of how powerful 17th century Italian composer Girolamo Frescobaldi's music has been on musical imagination ever since. This highly imaginative release is dedicated to arrangements of Frescobaldi's music, each composition bearing the hallmarks of its transcriber's distinct style. In addition to offerings by Respighi, Harold Bauer and Samuel Feinberg, the disc features Anton Reicha's 36 Fugues pour le Pianoforte, a work that pays homage to the early-Baroque composer through its use of the composer's Recercar Chromatico. The same theme also appears in Ligeti's Omaggio a Girolamo Frescobaldi, a modern interpretation using the twelve-tone scale, and the compilation extends its twentieth-century focus through the inclusion of Bartok. Bartoli has recorded Respighi's Piano Concerto, Busoni's immense Fantasia Contrappuntistica and a selection of the Liszt/Busoni arrangements, so you can imagine the flair, relish and virtuosity he brings to his Frescobaldian task.

- Laurence Vittes

The Frescobaldi Legacy
Respighi, Bauer, Reicha, Feinberg, Bartok, Ligeti
Sandro Ivo Bartoli
Brilliant Classics CD





Insolito e stravagante, e assolutamente essenziale per comprendere il funzionamento della mente musicale, quasi un effetto involontario di Jonathan Sacks.  Un invito, qualunque possa essere la  risposta personale dell’ascoltatore, a ricordare la capacità della musica del compositore italiano del XVII secolo Girolamo Frescobaldi , di colpire l’immaginazione fin dal tempo della sua creazione.  Questa pubblicazione, altamente fantasiosa, è dedicata agli arrangiamenti musicali di Frescobaldi, ciascuna composizione caratterizzata dai tratti distintivi dello stile peculiare  del suo trascrittore.  Oltre ai pezzi eseguiti da Respighi, Harold Bauer e Samuel Feinber, il disco presenta le 36 fughe per pianoforte di Anton Reicha, un lavoro che rende omaggio al compositore del primo barocco per mezzo dell’uso del compositore del Recercar Chromatico.  Lo stesso tema è presente inoltre nell’Omaggio a Girolamo Frescobaldi di Ligeti, un’interpretazione moderna della scala in dodici note;  la compilazione estende l’attenzione al ventesimo secolo includendo anche Bartok.  Bartoli ha registrato il Concerto per Piano di Respighi, l’immensa Fantasia Contrappuntistica di Busoni ed una raccolta degli arrangiamenti di Liszt/Busoni.  Potete immaginarvi l’originalità, il gusto ed il virtuosismo che egli porta alla sua esecuzione frescobaldiana.

Traduzione Patrizia Bertelli



Da fb un commento del Maestro ed amico Sandro Ivo Bartoli

Eh, Patrizia Bertelli, tu che conosci bene l'inglese puoi apprezzare la generosità di questo critico (che, in ogni caso, non parla a vanvera). Mi fa piacere che il CD ti piaccia. Agli altri dico solo che licenziare un disco è sempre un' emozione indicibile: andrà bene? Andrà male? Sarà (Dio ci guardi!!!) ignorato? Questo è venuto bene, ha un programma interessante, e la critica internazionale lo premia come (spero!) merita. DA NOTARE: in Italia il CD non è stato ancora recensito. Bella soddisfazione per un musicista, come me, che ha dedicato alla musica italiana almeno un ventina d'anni della sua vicenda artistica. Quando si debbono notare queste cose, viene una voglia matta di lasciar perdere, di andare via, di dire 'vaff(anculo)' a tutti quei politicanti (chiamarli 'politici' è uno sbaglio: non se lo meritano!) che mettono becco in cose delle quali NON sanno niente, e nel frattempo ostacolano il lavoro di ONESTI artigiani come il sottoscritto. Poi ci si stupisce se i teatri son mezzi vuoti!  Grazie per i bei commenti, ma il merito va anche ad Alessandro Simonetto, il mio produttore: è, semplicemente, il più bravo produttore che ho avuto in Italia da tantissimi anni, ed un lumicino che lascia sperare chi, come me, crede ai valori della professionalità, del talento, della disciplina, e della voglia sincera di lavorare per un ideale. Ora basta, vado a cena e Vi saluto tutti con affetto.  Sandro X






NOTA BIO

Sandro Ivo Bartoli

Acclamato dalla stampa tedesca come “uno dei più importanti musicisti usciti dall’Italia negli ultimi trent’anni”, il pianista Sandro Ivo Bartoli è un artista tanto originale quanto la straordinaria vicenda artistica che lo ha portato al prestigio internazionale.

Nato a Pisa nel 1970, ha studiato al Conservatorio di Firenze ed alla Royal Academy of Music di Londra, perfezionandosi poi con il leggendario pianista russo Shura Cherkassky. Nei primi anni Novanta, con l’incoraggiamento di Cherkassky, Bartoli intraprese una frenetica attività concertistica e discografica per riproporre al pubblico il repertorio italiano del primo Novecento. Alla riscoperta dei concerti di Casella, Malipiero, Respighi e Pizzetti, aggiunse, nel 1995, la prima esecuzione moderna negli Stati Uniti della Toccata per pianoforte e orchestra di Ottorino Respighi in uno storico concerto che la PBS incluse nella serie ‘Great Performances’. In Europa, la sua attività lo vide prodursi in concerti, incisioni e trasmissioni radiofoniche, nonché in lezioni e conferenze alle Università di Oxford (St. John’s College) e Londra (King’s College London). Notevoli le collaborazioni con la Radio Nazionale Spagnola, con la quale nel 2004 realizzò una serie di concerti che illustravano la produzione pianistica italiana con opere di Casella, Malipiero, Respighi, Pizzetti, Busoni, e la Sonata di Luciano Berio, scritta appena due anni prima, e con la BBC, per la quale incise concerti di Respighi, Malipiero, Beethoven, Franck e la prima esecuzione assoluta del Paesaggio di Giancarlo Cardini. A coronamento di una ventennale attività, la città di Torino gli conferì il Premio Gina Rosso per l’Eccellenza Artistica, e nel 2008 la sua incisione dei concerti di Gian Francesco Malipiero vinse il Diapason D’Or/Découverte.

Pianista dal piglio vigoroso, attratto dal repertorio virtuosistico tardoromantico e padrone di un suono dalle molteplici sfaccettature timbriche, nel repertorio tradizionale Bartoli ha colto importanti affermazioni con i concerti di Rachmaninov (il Terzo Concerto a Londra, la Rapsodia sopra un tema di Paganini a Manchester), Shostakovitch (il Primo Concerto a Stoccolma), Beethoven (il Quinto Concerto a Nordhausen), Franck (le Variazioni Sinfoniche a Kendall), Chopin (il Secondo Concerto a Nottingham), e Liszt (il Concerto Malédiction a Bad Elster). Recentemente, con le sue esecuzioni del Secondo Concerto di Rachmaninov a Dresda (“una visione lirica incomparabile” – Dresdner Neueste Nachrichten) e della Totentanz di Liszt a Monaco di Baviera (“un’esecuzione meravigliosamente tremenda” – Süddeutsche Zeitung), Bartoli ha sottolineato l’indirizzo spregiudicato e virtuosistico che la sua pianistica ha seguito negli ultimi anni, confermandone la validità con una intensa attività discografica. Dal 2011 Bartoli ha inciso l’integrale delle trascrizioni di Liszt-Busoni, il Concerto in modo misolidio e la Toccata di Ottorino Respighi (con l’Orchestra di Stato della Sassonia e Michele Carulli), le opere pianistiche di Busoni (le Sette Elegie e la monumentale Fantasia contrappuntistica), il Concerto No.1 di Erik Lotichius (con l’Orchestra Sinfonica Accademica di San Pietroburgo e Vladimir Lande), ed un album di trascrizioni da Frescobaldi che ha ottenuto un vasto consenso internazionale. Nel dicembre 2012 la Radio Nazionale Argentina lo ha eletto ‘Artista della Settimana’, presentando una intervista esclusiva assieme ad una selezione della sua discografia.

Musicista eclettico, ha frequentato il teatro curando le musiche di scena de ‘Il libro dell’inquietudine’ di Fernando Pessoa, andato in scena al Festival d’Avignon nell’adattamento di Antonio Tabucchi. È inoltre protagonista di due documentari cinematografici in uscita nel 2013: ‘Malipiero – musica ribelle’ (M. Sebestik, Parigi, 2005-2012), e ‘Mood Indigo’ (G. Besseling, Amsterdam, 2012).






martedì 19 marzo 2013

omaggio a Tabucchi ad un anno dalla scomparsa



RICORDO DI ANTONIO TABUCCHI
Con la presenza di Maria Josè de Lancastre

Domenica 24 marzo 2013
CINEMA TEATRO OLIMPIA - VECCHIANO

Ore 16.00 Foyer Teatro Olimpia
Apertura della mostra “CAMPANE DEL MIO VILLAGGIO”
Un calendario, 12 prose in prosa di Antonio Tabucchi e 12 acquarelli in acquarello di Davide Benati
Sarà presente Davide Benati
Coordina Ovidio Della Croce
La mostra rimarrà aperta al pubblico nei giorni di fiera il 30 -31 marzo 1 aprile

Ore 17.00 – 19.00
SOGNANDO CON TABUCCHI
Reading no stop di “ Sogni di Sogni”
Partecipano amici, compaesani, lettori appassionati e persone che hanno nostalgia di Antonio Tabucchi
Coordina Letizia Pardi
Musiche di J.S.Bach eseguite dal Maestro Lorenzo Giovannelli allaViola
Danza eseguita da Cecilia Baglini – Serena Bertolini – Laura Fiaschi – Sara Luperini – Letizia Marianetti
Lettori
Lorenzo Arrighi –Paolo Bartalini – Chiara Baraglia - Iacopo Bertoni - Athos Bigongiali - Maria Chiara Carrozza - Fabrizio Cassanelli - Simone Cioli - Sergio Costanzo – Piero Chicca - Ovidio Della Croce - Donatella Diamanti - Antonella Galanti – Lorenzo Giovannelli - Riccardo Greco - Massimo Marianetti – Chiara Moretti - Giulia Nencini – Stefano Nencini - Marta Pugliesi – Marta Purromuto - Michelangelo Roncella - Fabrizio Sbrana – Valeria Tocco
In collaborazione con
Città del Teatro di Cascina
Istituto Comprensivo Statale “Daniela Settesoldi” di Vecchiano
ATTIESSE Associazione Teatro Spettacolo
Scuola di Danza A.S.D. Teatro & Danza
Associazione Musicale Senofonte Prato -




I sogni di Dedalo, Ovidio, Apuleio, Cecco Angiolieri, Villon, Rabelais,
Caravaggio, Goya,Coleridge, Leopardi, Collodi, Stevenson, 
Rimbaud,Cechov, Debussy, Toulouse-Lautrec, Pessoa, 
Majakovskij, Garcia Lorca, Freud.  
Un libro che è un azzardo, una supposizione e un'ipotesi, 
e insieme un fervido omaggio a venti artisti amati da Tabucchi.






lunedì 18 marzo 2013


I libri da leggere non potranno essere sostituiti da alcun aggeggio elettronico.
Sono fatti per essere presi in mano, anche a letto, anche in banca, anche là dove non ci sono spine elettriche, anche dove e quando qualsiasi batteria si è scaricata, possono essere sottolineati, sopportano orecchie e segnalibri, possono essere lasciati cadere per terra o abbandonati aperti sul petto o sulle ginocchia quando ci prende il sonno...
Ci ricordano che non li abbiamo ancora letti, si leggono tenendo la testa come vogliamo noi, senza imporci la lettura fissa e tesa dello schermo di un computer, amichevolissimo in tutto salvo che per la cervicale...
Il libro da leggere appartiene a quei miracoli di una tecnologia eterna di cui fan parte la ruota, il coltello, il cucchiaio, il martello, la pentola, la bicicletta...

Umberto Eco

giovedì 14 marzo 2013

coming soon



Questo Blog si sta concedendo una pausa
 per motivi di studio e di lavoro.
(pubblicherò solo saltuariamente)


Coming soon!






mercoledì 13 marzo 2013

martedì 12 marzo 2013

occhi come peperoni...


To Walter (Wally)

Un giorno ti offrii il rosso dei miei occhi umidi e piccanti come peperoni.
 Adesso, al posto dei peperoni, ho due occhi che sembrano mele Golden Delicious,  
dorate, croccanti e succose in gioia ritrovata. 








MA Translation~Middlesex University


E' con grande piacere che comunico e diffondo il nuovo Seminario Universitario   di Traduzione Poetica e Teatrale tenuto dal Professor Abele Longo.  Qui tutte le informazioni

http://www.mdx.ac.uk/courses/postgraduate/translation/translation_MA.aspx

http://mdxciltra.wordpress.com/2013/02/14/middlesex-interpreting-and-translation-seminars-translating-poetry-and-for-the-theatre/

Defienda me Dios de my (revised)


In Cime Tempestose Catherine si annulla in Heathcliff. Ed esclama - Io sono Heathcliff!
Ma in questo annullarsi non c'e' un ritrovarsi?
L'amore ferisce e guarisce. Nell'amore ci si annulla e ci si ritrova.
E' il miracolo del femminile.
Difendimi mio Dio da me, defienda me Dios de my. E' una preghiera dell'antico spagnolo, ricordata da Nietzsche. E vale pure oggi nel campo dell'amore.
Difendici  dall'egoismo dal narcisimo  e dall'inganno.

(dicembre 2011, PB)



sabato 9 marzo 2013

pdm splash

ph Web


passo svelto | guardingo
grovigli e crepitii di bulimiche emozioni
scena in digrignare
[lasciali digrignar pur a loro senno * oh Dante!]
parole deformanti di plastica
che come serpi
si insinuano nella pancia del mondo

soggetto/oggetto diversamente generato
deleterio | asfittico
incapace di sentire il calore del fiato
sputato addosso
nel tentativo di catturare oro in parola

perpetuo accadere
di tempi sempre uguali
passati remoti | futuri anteriori
|imperfetti  in perfetta cacofonia|
ròsi corrosi avvelenati 
nella consapevolezza
del propagarsi dell'errore



giovedì 7 marzo 2013

tappeto di foglie


ph Antonino Maddonni


Il cielo era finito.
La rondine se n'accorse e abbandonò le ali
nel letto di foglie.
Lasciò che il becco morisse nel suo canto,
posando gli occhi umidi nell'autunno
e divenne minatrice del suo terreno incanto.

Carlotta Zanobini

Le foglie caddero a  terra 
come anime sospese che aleggiano indisturbate 
Così attendemmo perpetui l'amore 
nel mutismo arido della parola 
E intanto ombre saccheggianti i pensieri
si inerpicavano incaute nei nostri cuori.

Patrizia Bertelli







lunedì 4 marzo 2013

La perenne "quest"




I said to my soul, be still, and wait without hope
For hope would be hope for the wrong thing; wait without love,
For love would be love of the wrong thing; there is yet faith
But the faith and the love and the hope are all in the waiting.
Wait without thought, for you are not ready for thought:
So the darkness shall be the light, and the stillness the dancing.

T.S. Eliot, Four Quartets,   East Coker, III, vv. 23-28

Ho lasciato la mia anima immobile, sospesa senza speranza
Poiché vana sarebbe la speranza ; sospesa senza amore,
Poiché vano sarebbe l'amore ; rimane tuttavia la fede
Ma fede amore e speranza sono sentimenti in  perenne attesa
Attendi anima libera da pensieri, poiché ancora non sei pronta nel ricevere una risposta:
Solo così la tenebra diverrà illuminazione, e l'immobilità del pensiero
 si trasformera' in mente danzante.

Traduzione Patrizia Bertelli




dopo la storica traduzione di De Angelis, Celati traduce l'Ulysses, un'odissea durata 7 anni



Imponente e grassoccio, Buck Mulligan stava sbucando dal caposcala con in mano una tazza piena di schiuma, su cui s’incrociavano uno specchio e un rasoio. La sua vestaglia gialla, priva di cintura, era lievemente sollevata sul retro da una dolce arietta mattutina. Tenendo alta la tazza, intonò:
– Introibo ad altare Dei.
Fermatosi, scrutò giú nel buio della scala a chiocciola con un richiamo sguaiato.
– Vieni su, Kinch, disgustoso d’un gesuita.
Avanzò solenne e salí sulla rotonda piattaforma del bastione. Qui fece un giro d’occhi e con gesti compassati benedisse tre volte la torre e la contrada circostante e le montagne al risveglio. Indi, adocchiato Stephen Dedalus, si chinò verso di lui abbozzando alcuni svelti segni della croce nell’aria, borbogliando e scuotendo il capo. Stephen Dedalus, sonnacchioso e tediato, appoggiò le braccia in cima alla scala e squadrò gelidamente la faccia che lo benediceva bofonchiando e ballonzolandogli davanti, faccia lunga da cavallo, con l’intonsa zazzera bionda, tinteggiata d’un pallido color quercia.
Buck Mulligan sbirciò per un attimo sotto lo specchio e coprí la tazza con gesto svelto:
– Presto, tutti in caserma! gridò, severo.
E aggiunse con voce da predica:
– Poiché questa, o miei dilettissimi, è genuina e cristina sostanza, corpo e anima, sangue e liquame e via discorrendo. Musica lenta, prego. Chiudete gli occhi, signore e signori. Un momentino. Un po’ di fastidio con quei corpuscoli bianchi? Fate tutti silenzio.
James Joyce, Ulisse.
Traduzione di Gianni Celati.
***
Nei sette anni della sua gestazione questa nuova traduzione dell’Ulisse è diventata essa stessa una specie di leggenda. Interrotta molte volte per le cause più diverse, Celati l’ha ripresa in mano ogni volta caparbiamente, ricominciata, rifatta, migliorata. Ci sono stati problemi di salute che hanno messo a dura prova Celati e che, in certi momenti, lo hanno fatto disperare di poter portare a termine l’impresa. Ma forse il più alto rischio di interruzione definitiva del lavoro si è avuto quando Celati ha smarrito il suo computer portatile su un treno e lo ha poi inseguito tramite tutti gli uffici delle ferrovie internazionali, senza più riuscire a recuperarlo. Non aveva fatto alcun back-up e con quel computer spariva tutta la prima revisione di circa metà romanzo. Come in un gioco dell’oca, si tornava al punto di partenza, cioè alla prima stesura della traduzione fatta alcuni anni prima. Ma dopo un periodo di sconforto, incoraggiato dalla moglie, dagli amici e dalla casa editrice, Celati tornava al lavoro e ricostruiva pezzo per pezzo le soluzioni smarrite o, in molti casi, ne trovava altre forse migliori. Quasi come Dino Campana dopo che Ardengo Soffici gli aveva perso l’unico manoscritto dei Canti orfici. Inutile dire che adesso Celati ha imparato a salvare tutto quello che scrive e fa back-up anche delle liste della spesa.
Dunque la traduzione di Celati dell’Ulisse è stata più volte annunciata e molto attesa (il domenicale del Sole 24 Ore le ha già dedicato anticipazioni e articoli durante tutta la scorsa estate; Il Foglio ne ha fatto quasi un numero monografico dedicandogli otto pagine in un colpo solo). Ora finalmente il lettore può apprezzare il lavoro che Celati ha dedicato al capolavoro joyciano. Un lavoro eminentemente da scrittore, e non perché quella di Celati sia una traduzione infedele, ma perché rispetto alla pura trasposizione semantica privilegia il flusso sonoro, fondamentale per Joyce nonostante il suo famoso monologo sia “interiore”: l’oralità e addirittura la cantabilità, al di là della trama intellettuale che spesso ha fatto disperare i critici, fanno di questa lingua soprattutto una potente e suggestiva “macchina musicale”. E nessuno poteva rendere questi aspetti dell’Ulisse meglio di Celati, scrittore che proprio sulla musica e i flussi sonori ha composto, come una partitura jazz, tutti i suoi libri più importanti. Dunque la traduzione di Celati si inscrive perfettamente nella antica linea einaudiana di “scrittori tradotti da scrittori”: un’intuizione e una passione editoriale di Giulio Einaudi, che fin dagli anni Trenta si era speso perché dall’incontro di due scrittori e due lingue nascessero dei corto circuiti espressivi che andassero oltre la professionalità della traduzione.
Per il lettore è l’occasione irripetibile di rileggere (o leggere) il capolavoro di Joyce in modo nuovo, assolutamente non punitivo ma divertente e gioioso. Probabilmente come Joyce avrebbe voluto che fosse letto.
Mauro Bersani


domenica 3 marzo 2013

pelle



Recentemente ho cambiato pelle.
Ma niente nuove piume e nuove ali. Queste sono sparite, al loro posto spero di avere un paio di pazienti gambe terrestri. Sono cambiato, ma non da crisalide in farfalla, bensì al contrario. Ho delle piccole feritoie dalle quali posso guardare il palcoscenico del mondo e, venendo qui, quel mondo l’ho quasi dimenticato.
John Keats



coming soon


Prossimamente qui il 

Maestro Lanciotto Baldanzi

in collaborazione con 
Carlotta Zanobini
e
 Isotta Baldanzi


PB