sabato 30 giugno 2012

sguardi

ph from web

Nascondo la bocca colma di parole
Per te particelle di frantumati pensieri 
Ma gli occhi nello sguardo rimangono
Legami in questa mia assenza
[myself]


i ferri del mestiere




[…]
Questo mestiere brucia
con rabbia primavere, tenerezze,
rifugi. Ciò che spargi è cenere:
guardo ora il viso di mia madre
seppellire quello assorto e immobile
di mio padre, senza cedere luce,
senza perderne traccia.
*
Per dirti ora, questa metrica che
misura l‟arsura. È come stare in
piedi nella morte, tra i cardini
di una porta;
e questa è la forza che mi conserva,
destino di chiodi e tiranti stesi
sul marmo dove mio padre riposa.
*
Dove più fresca bacia
i cancelli la luce
è solo acciaio e lance
affilate. Brusio di vespe tra le siepi,
miele nero nelle tasche.
*
La sete scomposta di precisione:
come provare misure sul muro,

da bambini. Non per la crescita ma
se mai siamo all’altezza della morte.
*
Da anni e pietre cresce una polvere
dura che deposita gli intonaci
negli stomaci ciechi dei braccianti.
Le bisce si fanno grumo di calce
smossa sotto alle assi, grida rauche
di un percorso segnato tra i filari.
Viene la mano che cava i bulbi
dalla terra e li scuote dal torpore:
lavori consueti, moniti chiari.


Io mi nascondo qui, a pochi passi
dalla selva di ortiche recise
dove si sente odore di fresco, di
fossi: ci separano
gli orti, i cumuli fragranti di fieno,
le botti scure, i tralci.
Si viene a vedere
ciò che dura nell’arsura.

Poesie di Andrea Ponso
tratte da “I ferri del mestiere” (Lo Specchio Junior 2011, Mondadori ed.)

giovedì 28 giugno 2012

sguardi oltre l'immagine [III]


Ho smesso di contare le volte in cui, arrivata alla seconda riga, ho cancellato e riscritto tutto nuovamente. Cercavo un inizio ad effetto, qualcosa di poetico e vero allo stesso tempo, qualcosa di grandioso, ma agli occhi. Non ci sono riuscita. Poi ho capito, ricordando ciò che non avevo mai saputo: che per i grandi cuori che muoiono nel corpo ma che continuano a battere nel respiro della notte, non ci sono canoni o bellezze regolari, armonie esteriori, ma tuoni e temporali devastanti che portano ad illuminare un fiore, nascosto, di struggente bellezza.

Frida Kahlo


mercoledì 27 giugno 2012

sguardi oltre l' immagine [II]

Diego Rivera, Ritratto di Frida Kalho

Nella saliva nella carta nell’eclisse. In tutte le linee in tutti i colori in tutti i boccali nel mio petto fuori, dentro nel calamaio – nelle difficoltà a scrivere nello stupore dei miei occhi nelle ultime lune del sole (il sole non ha lune) in tutto. Dire “in tutto” è stupido e magnifico.  Nella mia bocca nel mio cuore – nella mia follia – nel mio sogno nella carta assorbente – nella punta della penna nelle matite – nei paesaggi – nel cibo – nel metallo nell’immaginazione– nelle rotture – nei suoi pretesti nei suoi occhi – nella sua bocca nelle sue parole.

Frida Kahlo @ Diego Rivera









sguardi oltre l' immagine [I]


 Picasso, Ritratto di Dora Maar, 1937, Parigi, Museo Picasso 



Ricordo gli anni della guerra in cui non siamo mai usciti da Parigi. Alle volte quando la notte era tranquilla salivamo sul tetto dell’atelier dei Grands-Augustins. Il coprifuoco restituiva la città all’oscurità e al silenzio delle sue origini. Mai come allora il nostro osservatorio ci era sembrato sospeso sull’abisso. Picasso fantasticava su viaggi da fare. L’America non lo incuriosiva - non aveva la mentalità di un globetrotter, lui. Per lui l’avventura si svolgeva tra le pareti del suo atelier. Ma la Spagna gli mancava atrocemente. 

Dora Maar






martedì 26 giugno 2012

e poi non c'e' piu'

Lucia Schiano, Il fiume

un tempo mi disegnavi tempera/acquarelle/matita
un tempo mi coloravi  occhi/desiderio/sonno
un tempo mi chiamavi/mi vivevi/mi nutrivi
............................................
un tempo c'era/e poi non c'e' piu'!
[myselfwithout]


lunedì 25 giugno 2012

Omaggio in musica a Pasolini


Musiche

Antonio Giacometti 
Mauro Montalbetti



Testo
Giovanni Peli



Trio Mauro Giuliani
Vincenzo Mastropirro flauti
Giambattista Ciliberti clarinetti, tenor sax
Antonino Maddonni chitarra



voci
Daniela Stanga
Lorenzo Ricci



qui il testo completo




venerdì 22 giugno 2012

Pillole di Me [XI]


Spiazzata da una nota di stelle
nascondo il pensiero
nella linea retta
di un pezzo di sole


13.V.2012


martedì 19 giugno 2012

Tra i Maya e Hemingway

Spiaggia di Tulum, dove Hemingway (ri)trovava se stesso

Prendere tempo per se', abbandonarsi al relax e partire per un viaggio, anche dentro se stessi, capita a chi vive i viaggi veramente e che sconfinano  oltre le 'solite mete'.  Mia prossima tappa [vacanziera!] saranno gli USA, un ritorno alle radici paterne per mia figlia...con sosta anche  a Tulum, la terra dei Maya, in Messico, che fu gia' mia meta negli anni 90... dove Hemingway amava incontrare se stesso ed al quale e' stato dedicato anche un bellissimo resort. 
Ha l'incanto dell'ultima spiaggia, Tulum.  Ed e' un posto ancora miracolosamente autentico, da perderci la testa!





domenica 17 giugno 2012

La felicità del colore


Rproduzione della  Danza di Matisse
Pastelli a olio su carta
di mia figlia Vicky

Esplodono i colori 
dei blu dei gialli dei verdi
in una danza intensa e armoniosa
E' la  felicità del colore!
[Victoria, IIIB]




Keith Haring
"Silence"



sabato 16 giugno 2012

Canti da un'isola


Alba sul Mediterraneo



Quando uno parte, deve gettare in mare
il cappello di conchiglie raccolto durante l’estate
e andarsene coi capelli al vento.
Deve scagliare in mare
la tavola apparecchiata per l’amato.
Deve versare in mare il vino avanzato nel bicchiere.
Dare ai pesci il suo pane
e mescolare al mare una goccia di sangue.

I/Bachmann, da Canti da un’ isola




giovedì 14 giugno 2012

a bit of Santorini



Vicky mentre fotografa l'Egeo
con le isole negli occhi

...dal mare si vedono spuntare imponenti pareti 
di roccia vulcanica che sembrano spruzzati di neve. Man mano che l'isola si avvicina le macchie bianche assumono contorni più precisi: sono case, un groviglio di mura squadrate, finestre, scalinate, archi e terrazzi a picco sul mare che sfidano le logiche spaziali e la legge di gravita'.
All'inizio era Strongyle, la tonda, poi i Fenici la chiamarono Kalliste, la più  bella, e diventò Santa Irene per i Crociati.  Dopo migliaia di anni e quattordici eruzioni, Santorini, che i greci continuano a chiamare Thira, alla maniera degli antichi dori, resta un'isola dove il vulcano e' l'unico dio.
In cima, grappoli di case bianche e ocra si affacciano sull'abisso della caldera.  

PB




Parsimonie di colori





martedì 12 giugno 2012

Pillole di Me [X]

Edvard Munch,  Notte Stellata


Stelle non fate briciole/il buio fa male all'amore



cosi'...


Ultimo giorno di scuola. Io sempre più vecchia, loro sempre uguali da trent'anni. Quelli di terza lasciano la scuola piangendo commossi, ma proiettati verso il futuro. I miei bambolotti di prima mi si stringono attorno in un abbraccio collettivo e spensierato.
Come siete cresciuti!
Le medie sono la scuola più bella in cui insegnare. Li prendo che scrivono pensierini scorretti e li lascio che scrivono testi argomentativi già rivolti col pensiero alla tipologia A e B del saggio che dovranno affrontare alla maturità.
In prima sanno rispondere due parole in croce durante le interrogazioni, in terza discutono della differenza tra i totalitarismi.
In prima non sanno riconoscere il verbo, in terza parlano della consecutio temporum.
In prima sono dei bambolotti spinosi, affettuosi e bizzosi, in terza dei giovani uomini e delle giovani donne.
Perché continuo ad insegnare così volentieri e con tanta passione?
Forse per assistere da vicino e partecipare a questa affascinante metamorfosi sempre nuova e sempre uguale?



E.C. 



lunedì 11 giugno 2012

Lo strano era...

Edwin Parker Cy Twombly. Jr.


Lo strano era che mi sentivo

felice anche se non si vedeva.

E’ così che succede, so farlo bene,

essere una cosa e anche un’altra.

Anne Sexton, da   Anne su Anne -






domenica 10 giugno 2012

Vorrei









Vorrei conoscer l' odore del tuo paese, 

camminare di casa nel tuo giardino, 
respirare nell' aria sale e maggese, 
gli aromi della tua salvia e del rosmarino. 
Vorrei che tutti gli anziani mi salutassero 
parlando con me del tempo e dei giorni andati, 
vorrei che gli amici tuoi tutti mi parlassero, 
come se amici fossimo sempre stati. 
Vorrei incontrare le pietre, le strade, gli usci 
e i ciuffi di parietaria attaccati ai muri, 
le strisce delle lumache nei loro gusci, 
capire tutti gli sguardi dietro agli scuri 

e lo vorrei 
perchè non sono quando non ci sei 
e resto solo coi pensieri miei ed io... 

Vorrei con te da solo sempre viaggiare, 
scoprire quello che intorno c'è da scoprire 
per raccontarti e poi farmi raccontare 
il senso d' un rabbuiarsi e del tuo gioire; 
vorrei tornare nei posti dove son stato, 
spiegarti di quanto tutto sia poi diverso 
e per farmi da te spiegare cos'è cambiato 
e quale sapore nuovo abbia l' universo. 
Vedere di nuovo Istanbul o Barcellona 
o il mare di una remota spiaggia cubana 
o un greppe dell' Appennino dove risuona 
fra gli alberi un' usata e semplice tramontana 

e lo vorrei 
perchè non sono quando non ci sei 
e resto solo coi pensieri miei ed io... 

Vorrei restare per sempre in un posto solo 
per ascoltare il suono del tuo parlare 
e guardare stupito il lancio, la grazia, il volo 
impliciti dentro al semplice tuo camminare 
e restare in silenzio al suono della tua voce 
o parlare, parlare, parlare, parlarmi addosso 
dimenticando il tempo troppo veloce 
o nascondere in due sciocchezze che son commosso. 
Vorrei cantare il canto delle tue mani, 
giocare con te un eterno gioco proibito 
che l' oggi restasse oggi senza domani 
o domani potesse tendere all' infinito 

e lo vorrei 
perchè non sono quando non ci sei 
e resto solo coi pensieri miei ed io...

Il Nulla


Ti sei nutrito 
dai miei pensieri
Ti sei dissetato
dalle mie idee 
Ti sei anestetizzato
dalle mie parole
Ti sei spalmato
sui miei percorsi    
Ti sei impossessato
dei miei sogni 
MA               
Non sei riuscito a strapparmi 
il cuore 
la forza
la mia  logica  grammatica 
Adesso ti nutri di polvere
sospeso nell'immane Nulla
E' un ripetersi ciclico  
stesse situazioni
gia' vissute
gia' sentite
gia' scritte  
Il ponte - lo stesso ponte mio tuo nostro- 
archetipo di unione e scissione
separa il Visibile dall'Invisibile
il Vero dalla Menzogna
E le spalle davanti a un affresco
ormai rattrappite nel Nulla
                            
Solitudine

pensieri sospesi/soppressi...






sabato 9 giugno 2012

La vita si vive...

   Alcune delle 38 colonne che componevano il Tempio di Ercole, nella Valle dei Templi di Agrigento
 Pic by Me.



La vita non si racconta, te l'ho già detto, la vita si vive, e mentre la vivi è già persa, è scappata.

La vita non è in ordine alfabetico come credete voi. Appare... un po' qua e un po' là, come meglio crede, sono briciole, il problema è raccoglierle dopo, è un mucchietto di sabbia, e qual è il granello che sostiene l'altro? A volte quello che sta sul cocuzzolo e sembra sorretto da tutto il mucchietto, è proprio lui che tiene insieme tutti gli altri, perché quel mucchietto non ubbidisce alle leggi della fisica, togli il granello che credevi non sorreggesse niente e crolla tutto, la sabbia scivola, si appiattisce e non ti resta altro che farci ghirigori col dito, degli andirivieni, sentieri che non portano da nessuna parte, e dai e dai, stai lì a tracciare andirivieni, ma dove sarà quel benedetto granello che teneva tutto insieme... e poi un giorno il dito si ferma da sé, non ce la fa più a fare ghirigori, sulla sabbia c'è un tracciato strano, un disegno senza logica e senza costrutto, e ti viene un sospetto, che il senso di tutta quella roba lì erano i ghirigori.

[A. Tabucchi, da Tristano muore]



sabato 2 giugno 2012

Il pittore di Esmeralda

Picasso, Portrait of Marie Therese



Userei i colori del mare di Licata
che defila il contorno della riva
ed abbandona la sabbia umida alla scogliera
come la dimenticanza che assorda
chiunque provi ad ascoltarla

Perche' non ci sono battiti, non c'e' sollievo
piu' grandi del vento che tinteggia le tue mani
Avrei potuto vedere come scontorna il profile
sotto il pollice di un pittore a carboncino

se la mia mente non fosse ancora allergica a quell'aria che ti disegna respirandoti a meta'
come se vivessi trasparendo l'alba ad occhi chiusi

Salvatore Sblando,  Due granelli nella clessidra, Lieto Colle