venerdì 30 dicembre 2011

ANNO SERENO

- e solo quando tutti voi mi avrete rinnegato, io tornero' a voi.
Davvero, con altri occhi, fratelli miei, io allora cerchero'
quelli che ho smarrito; allora vi amero' di un altro amore.

                                                                                                                Zarathustra
                                                                                                                Della virtu' che dona












venerdì 23 dicembre 2011

DEFIENDA ME DIOS DE MY

In Cime Tempestose Catherine si annulla in Heathcliff. Ed esclama - Io sono Heathcliff!
Ma in questo annullarsi non c'e' un ritrovarsi?
L'amore ferisce e guarisce. Nell'amore ci si annulla e ci si ritrova.
E' il miracolo del femminile.
Difendimi mio Dio da me, defienda me Dios de my. E' una preghiera dell'antico spagnolo, ricordata da Nietzsche. E vale pure oggi nel campo dell'amore.
Difendici dall'egoismo  dal narcisimo e dall'inganno.



mercoledì 21 dicembre 2011

LA TORRE MEDIEVALE



Ricordi il nostro incontro ad Hampstead?  In cima alla torre medievale - tu mio Cavaliere io tua Castellana -... ci siamo baciati e giurati amore senza fine. Oh brividi!  Sotto di noi la brughiera che ne rafforzava il fascino! isolando noi e il paesaggio dal traffico caotico di Londra appena poche miglia distante. Questa sera sono tornata di nuovo su quella torre che mi intristiva e per il freddo che c'era (ancora brividi!) e perche' come sopportare senza di te un luogo cui si va per trovare te?  Ma improvvisamente il ricordo ti ha portato li'.  Ed e' stato un ricordo lento, incomprensibile, il vento gelido alitava come in un sogno che burli. Tu non parlavi, camminavi appena senza altri movimenti.  Costumi medievali ti coprivano tutto e in volto avevi una maschera di coccio, azzurra. Ma gli occhi erano i tuoi, cerulei freddi impenetrabili.  Mandavi dolore muto dalla maschera che tenevi sul viso con una mano che non era tua, unico punto che mi ha distratto da te, reale. La mia mano inguantata (...per il freddo!) e femminile, esterna a te, si e' mossa per raggiungere i tuoi occhi a tergere lacrime inesistenti.  Lo so! tu non puoi piangere, sei secco di lacrime come d'amore che hai dato tutto nel salire e scendere i colli, nell'attraversare i fiumi, dal Tamigi alla Senna al Tago...Ma io sono qui che ti attendo.  Perche' quella mano non si scuote a togliere via la maschera fredda di coccio e piangente? perche' io tocchi il tiepido del tuo dolore, perche' io lo senta... perche' perche'perche'... attendere fino a carnevale?   Oh mon chevalier de la Legion d'honneur!




domenica 18 dicembre 2011

Ventodigola

Ah certezza dell'amore nella mano
un nuovo angolo luminoso, spasimi di chiarore
/giorno ventodigola camminando io sono
traboccante emozione, cantando
Un albero rivoltato danza
passeri nel suo capello / una
chioma di canarini
Primavera! 
ed io non con te?


J.P.R.



giovedì 8 dicembre 2011

IL MITO DI ORFEO E EURIDICE


Uno dei miti piu' belli che ha nutrito la fantasia dei pittori, scultori, poeti, romanzieri e musicisti. Da Claudio Monteverdi a Christoph Willibald Gluck , da Antonio Sartorio a Joseph Haydn, da Poliziano a Reiner Maria Rilke al Buzzati di Poema a fumetti. Moltissime le trasposizioni in scultura e pittura: tra le tante, il Paesaggio con Orfeo ed Euridice di Nicolas Poussin, le due statue di Orfeo ed Euridice scolpite da un giovane Antonio Canova e due bellissimi quadri di Gustave Moreau, Orfeo (o Ragazza tracia con la testa di Orfeo) e Orfeo sulla tomba di Euridice. 

Noi siamo nell'affanno
Ma il passo del tempo
Consideralo un'inezia
in ciò che sempre resta.

Tutto ciò che incalza
sarà presto trascorso;
Soltanto ciò che indugia
è ciò che ci consacra.

Fanciulli non buttate

il cuore nella rapidità,
ad arrischiare il volo.

Tutto si è acquietato:
oscuro e chiarità,
fiore e libro.

Rainer Maria Rilke, Sonetti ad Orfeo, Sonetto XXII













venerdì 2 dicembre 2011

MYSTERY (DAVID HERBERT LAWRENCE)

Ora io sono tutto una tazza di baci, come le alte snelle vestali d'Egitto, ricolme dei divini eccessi. A te alzo la mia coppa di baci e per i recessi azzurri del tempio, verso te grido tra sfrenate carezze. Dal lucido contorno cremisi delle mie labbra si libera la passione giù per l'agile corpo bianco stilla l'inno commovente. E immobile davanti all'altare elevo il calice colmo, gridandoti di genufletterti e bere, Altissima. Ah, bevimi, su, che possa esser io entro la tua coppa come un mistero, quello del vino calmo in estasi. Luccicando immoti, in estasi i vini di me e di te mescolati in uno cómpiano il mistero.