sabato 19 novembre 2011

SENZA SPAZIO

Oggi i vapori salgono nella giornata immobile, annullano l'orizzonte nel plumbeo uguale, il cielo scompare e l'acqua nel grigio remoto del simbolo. Mi sento stretta tra la sopravvivenza, le spalle protette da lui, e questa essenza che si chiama "fuori", nell'intiepido malgrado tutto.  Rimane il mare, rasserenato, a darmi un'immagine tangibile dell'accadere dentro di me questo dolore che urlo nell'acqua di piombo. Ma adagio, perche' nessuno mi senta.  A te che te ne vai imperterrito.  I meccanismi psicologici sono la vera storia dell'uomo, quella profonda, quella che genera l'altra.  Ma il mare non e' una finzione: e' d'acqua e oggi ha il colore grigio della placenta. Anche gli angeli vengono dal mare. Anche noi che affermiamo di essere stati creati a immagine e somiglianza di Dio onnipotente.  Onnipotente di che?  di uccidere un amore perche' ne sorga un altro uguale?  Onnipotente e' il dolore mio e della materia messasi testardamente sulla strada della conoscenza. 
[G.S.]


"Ombrosa non c'e' piu'. Guardando il cielo sgombro, mi domando se davvero e' esistita.  Quel frastaglio di rami e foglie, biforcazioni, lobi, spiumii, minuto e senza fine, e il cielo solo a sprazzi irregolari e ritagli, forse c'era solo perche' ci passasse mio fratello col suo leggero passo di codibugnolo, era un ricamo fatto sul nulla che assomiglia a questo filo d'inchiostro, come l'ho lasciato correre per pagine e pagine, zeppo di cancellature, di rimandi, di sgorbi nervosi, di macchie, di lacune che a momenti si sgrana in grossi acini chiari, a momenti si infittisce in segni minuscoli come semi puntiformi, ora si ritorce su se stesso, ora si biforca, ora collega grumi di frasi con contorni di foglie o di nuvole, e poi s'intoppa, e poi ripiglia a attorcigliarsi, e corre e corre e si sdipana e avvolge un ultimo grappolo insensato di parole idee sogni ed e' finito."
Calvino, Il Barone Rampante

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