lunedì 17 giugno 2013

Blanchot a proposito di Kafka



L'arte è anzitutto la coscienza dell'infelicità, non la sua compensazione. Il rigore di Kafka, la sua fedeltà all'esigenza dell'opera, la sua fedeltà all'esigenza dell'infelicità, gli hanno risparmiato quel paradiso delle finzioni in cui si compiacciono tanti deboli artisti che la vita ha delusi. L'arte non ha per oggetto dei sogni, né delle 'costruzioni'. [...] L'arte è la coscienza di 'questa infelicità'. Descrive la situazione di colui che si è perduto, che non può più dire 'io', che nello stesso movimento ha perduto il mondo, la verità del mondo, e appartiene all'esilio, a quel tempo dell'angoscia in cui, come dice Holderlin, gli dei non sono più e non sono ancora. 

- Lo spazio letterario, p. 58



1 commento:

  1. E' un modo anche per esprimere ciò che alle volte a parole non viene detto.

    RispondiElimina