Senza piu' tempo nascosto in alveari campestri un assordante canto si libera da solo. Come aquilone si stacca all'improvviso dal filo che lo tiene concludendone il tempo perso mulinello nell'oblio. Era legato ad un segno che non e' cresciuto cosparso di fatue stelle infinite illuminato da luna perenne sbiadita da perlacei colori. Ora volteggia e gioisce nel cielo infinito. Con una meta e forte nell'universo. Eppure, seppur lontano, raggiunge quell'angolo d' anima e con i pugni chiusi asciuga l' humus disegnato dal tempo del niente. Leda da questa terra (in)colta lo guarda, immemore, lontana ormai, libera nel blu finalmente...sospira respira ossigena nebulizza...
PB
PB
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