Di nuovo qui a cambiare strada.
Di tante domande che mi sono fatto,
solo una ha avuto un' ampia risposta.
Si cambia strada più di una volta nella
vita e mai, dico mai, è perché tu lo
desideri. Si cambia strada come si cambia
casa; che palle! Ho sempre pensato che
una casa dovrebbe conservarsi intere generazioni
per una famiglia: per sempre, e che le case
dovrebbero essere enormi, grandi come delle cattedrali,
come il cielo stellato, come il tuo cuore. Quindi cambiare
casa è come cambiare madre: mica lo si può fare!
Ma poi, alla fine, ti ci abitui; non a cambiare madre,
ma a cambiare strada e casa... e anche altro.
E pensi che siamo tutti abitanti del mondo e che
non ci si deve affezionare alle cose ma solo amare
se stessi: la famiglia. Perché sei tu che rendi speciale
il luogo dove appoggi la tua giacca o il tuo cappello,
con la serenità che ti porti dietro e dentro. Sei tu
che pianti fiori nella tua nuova casa che hanno lo stesso
profumo del sorriso dei tuoi figli, tu che dipingi le pareti
del colore della tua faccia e le finestre con la lucentezza
dei tuoi occhi.
I tempi non sono buoni: sono pessimi. Sono tempi
in cui più ti scopri eloquente e più ti redarguiresti per esserlo
diventato. Sono tempi in cui improvvisamente vorresti poter
ritornare indietro e cambiare tutto e da sognatore diventare
venditore di sogni. Tempi in cui ci si rinnega facilmente, e
ci si chiede -anche con poca fiducia, a che serve fare ciò
che faccio. Che mi alzo a fare alle cinque per andare a lavorare?
Che dipingo, che scrivo a fare se forse riconosceranno i
miei meriti solo dopo morto. Io non ho un'esistenza travagliata
non mi drogo, non bevo, non fumo, mi lavo e ci tengo a come
mi vesto, come farò a dire cose sensate se non ho un senso?
Poi giro la testa e vedo i miei libri. T. Berhardt, J. Kerouak,
S. Plath, G. D'Annunzio, C. Bukowsky, E.E. Cummings, e
subito la parole che ho appena scritto prendono corpo. Grazie
a loro assumono il senso della coscienza. Io ho attinto la mia
vita da loro, dalle loro debolezze, le loro incertezze, i loro amori,
le passioni, ma anche le loro manie, i loro odi, le loro esagerazioni.
Sono loro che mi hanno insegnato
che la tua casa è una volta stellata senza fine,
che tutti i tuoi predecessori hanno conosciuto
e amato, e la tua giusta strada è quella sulla quale stai poggiando
i tuoi piedi adesso.
Ecco che non sei più solo con i tuoi pensieri. Ecco che vedi il tuo
tempo con più magnanimità: ce la faremo, voi statemi solo vicini.
Così penso che vivrò questa vita ancora più forte di ieri,
felice giro la testa all'insù e guardo il soffitto di casa mia.
Tutte le stelle sono accese e non sono lampade dell'Ikea! ma...potrebbero esserlo.
...buonanotte
A. Mattei [inedita]
Di tante domande che mi sono fatto,
solo una ha avuto un' ampia risposta.
Si cambia strada più di una volta nella
vita e mai, dico mai, è perché tu lo
desideri. Si cambia strada come si cambia
casa; che palle! Ho sempre pensato che
una casa dovrebbe conservarsi intere generazioni
per una famiglia: per sempre, e che le case
dovrebbero essere enormi, grandi come delle cattedrali,
come il cielo stellato, come il tuo cuore. Quindi cambiare
casa è come cambiare madre: mica lo si può fare!
Ma poi, alla fine, ti ci abitui; non a cambiare madre,
ma a cambiare strada e casa... e anche altro.
E pensi che siamo tutti abitanti del mondo e che
non ci si deve affezionare alle cose ma solo amare
se stessi: la famiglia. Perché sei tu che rendi speciale
il luogo dove appoggi la tua giacca o il tuo cappello,
con la serenità che ti porti dietro e dentro. Sei tu
che pianti fiori nella tua nuova casa che hanno lo stesso
profumo del sorriso dei tuoi figli, tu che dipingi le pareti
del colore della tua faccia e le finestre con la lucentezza
dei tuoi occhi.
I tempi non sono buoni: sono pessimi. Sono tempi
in cui più ti scopri eloquente e più ti redarguiresti per esserlo
diventato. Sono tempi in cui improvvisamente vorresti poter
ritornare indietro e cambiare tutto e da sognatore diventare
venditore di sogni. Tempi in cui ci si rinnega facilmente, e
ci si chiede -anche con poca fiducia, a che serve fare ciò
che faccio. Che mi alzo a fare alle cinque per andare a lavorare?
Che dipingo, che scrivo a fare se forse riconosceranno i
miei meriti solo dopo morto. Io non ho un'esistenza travagliata
non mi drogo, non bevo, non fumo, mi lavo e ci tengo a come
mi vesto, come farò a dire cose sensate se non ho un senso?
Poi giro la testa e vedo i miei libri. T. Berhardt, J. Kerouak,
S. Plath, G. D'Annunzio, C. Bukowsky, E.E. Cummings, e
subito la parole che ho appena scritto prendono corpo. Grazie
a loro assumono il senso della coscienza. Io ho attinto la mia
vita da loro, dalle loro debolezze, le loro incertezze, i loro amori,
le passioni, ma anche le loro manie, i loro odi, le loro esagerazioni.
Sono loro che mi hanno insegnato
che la tua casa è una volta stellata senza fine,
che tutti i tuoi predecessori hanno conosciuto
e amato, e la tua giusta strada è quella sulla quale stai poggiando
i tuoi piedi adesso.
Ecco che non sei più solo con i tuoi pensieri. Ecco che vedi il tuo
tempo con più magnanimità: ce la faremo, voi statemi solo vicini.
Così penso che vivrò questa vita ancora più forte di ieri,
felice giro la testa all'insù e guardo il soffitto di casa mia.
Tutte le stelle sono accese e non sono lampade dell'Ikea! ma...potrebbero esserlo.
...buonanotte
A. Mattei [inedita]
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