martedì 29 maggio 2012

il sogno del poeta-cantastorie

Foto Man Ray

Non ti ho chiamata, proprio non l'ho fatto.
Eppure, eppure tu sei arrivata subito, come 
fossi sovraesposta, abbagliandomi. Sarà 
una fiera che azzannerà, sarà il flusso
tagliente delle parole attraverso l'aria 
telefonica, sarà che vorrei non aspettarti,
punendo la presunzione del tuo sorriso.
Ora che non ho mani per aggrapparmi alla
tua lingua liscia e parlo parole mute che si 
feriscono da sole e lacerano esangui tutt'intorno. 
Non ha voce la mia voce per chiamarti, e rimane
impassibile il mio dito indice che non ti clicca,
La mia mente è una rupe irta e il terreno friabile, 
e nel cadere la gola inghiotte chi si è spinto troppo
avanti e, benché impavido, lo risucchia senza sentimento.

Anche i Belgi negli alberghi stanno dormendo.
ma i minuti qua paiono mesi. E' l'assenza dei sorrisi
che mi paralizza, ma anche il tuo culo che mi manca,
culo che non posso toccare, come non posso toccare
il mondo intero. Almeno avessi la luna con cui rifarmi,
ma lei ora sguscia veloce sotto le sue unghie diafane,
e piano riprende il cammino verso il suo osso scheletrico.

Pronto, mi sei mancato tantissimo...villano! smettila
di parlare del mio culo in pubblico.
...(un sogno)


a.mattei 



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