Io volevo esser solo in un modo affatto insolito, nuovo. Tutt'al contrario di quel che pensate voi: cioè senza me e appunto con un estraneo attorno.
Vi sembra già questo un primo segno di pazzia?
Forse perchè non riflettete bene.
Poteva già essere in me la pazzia, non nego; ma vi prego di credere che l'unico modo d'esser soli veramente è... questo che vi dico io.
La solitudine non è mai con voi; è sempre senza di voi, e soltanto possibile con un estraneo attorno: luogo o persona che sia, che del tutto vi ignorino, che del tutto voi ignoriate, così che la vostra volontà e il vostro sentimento restino sospesi e smarriti in un'incertezza angosciosa e, cessando ogni affermazione di voi, cessi l'intimità stessa della vostra coscienza. La vera solitudine è in un luogo che vive per sè e che per voi non ha traccia nè voce, e dove dunque l'estraneo siete voi.
Così volevo io esser solo. Senza me.
L/ Pirandello, da Uno Nessuno Centomila
Sono bastate poche frasi per riportarmi l'emozione della scoperta di quando, sulla spiaggia di Marina di Vecchiano, molti anni fa lessi questo passo. Non era la prima lettura pirandelliana ma qui, in modo ancora più profondo, c'è la scoperta essenziale dell'esperienza dell'io che esce da se stesso e ci stupisce e ci sgomenta, da tanto è vero. Buona domenica Marilena
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