Il cellulare trillo' stonato. Dopo un attimo di esitazione ed imbarazzo, l'uomo si allontano' incauto dalla sua donna, in quel pomeriggio affollato di fine dicembre, mentre passeggiavano intrecciando mani sguardi e sorrisi in quella strada di lastrici che porta alla chiesa romanica. E, cambiando modulazione della voce e mimetica del volto, come un camaleonte in piena mutazione, inizio' a parlare... "...In viaggio con il figlio, simbolico, come Tobino..." disse alla donna che lo aveva chiamato, accennando anche all'antica madre da accudire. Questo riusci' a sentire nel dolore la sua donna...ma fu abbastanza perche' la ferita inflitta come lama di cristallo squarciasse il cielo sbriciolando le stelle una ad una. Ma continuo' a dare imperativo sorriso ai suoi occhi nonostante il cuore sanguinasse. La sera dopo avrebbero salutato l'arrivo del nuovo anno insieme...E poi il resto di questo breve ma lungo racconto immaginario alla fantasia di chi legge.
(30.12.2011)
è un senza titolo che giustamente rimane senza parole...le parole probabilmente non riuscirebbero ad esprimere il tumulto di pensieri, emozioni, dolori che si possano mai provare di fronte ad un momento come questo; dove il fingere da entrambe le parti, chi per un verso, chi per un altro, è espressione di una storia "sbilanciata", dove l'amore per l'altro svilisce una vita, l'annulla fino ad un sorriso carico di dolore; dove la smorfia di dolore si confonde con quella del sorriso senza un limite di discontinuità....
RispondiEliminail fingere, la menzogna anche da parte dell'altra donna, protagonista 'oltre' il cellulare. E' un mentire che risucchia fino allo spolpamento del midollo...
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