Quando un'anima nasce, le vengono gettate delle reti per impedire che fugga. Tu mi parli di religione, lingua e nazionalità: io cercherò di fuggire da quelle reti.
[James Joyce, Ritratto dell'artista da giovane]
Irlandese purosangue, cattolico per nascita, si ribella contro la religione, ma al di là dell'abiura delle fede compiuta in anni giovanili e mai più ritirata (emblematica è l'apertura dell'Ulysses, in cui Joyce-Stephen, per affermare sé stesso e il suo laicismo, si rifiuta di inginocchiarsi e di pregare dinanzi alla madre morente, e la madre morente lo aveva supplicato di inginocchiarsi e pregare per lei), Joyce rimane scrittore profondamente, intimamente cattolico; dimostrato non solo dall'uso, nelle sue opere, di forme liturgiche e religiose e miti cristiani, ma anche dal suo forte bisogno di ricercare una rinnovata fede nel mito. Autocondannato all'esilio per motivi ideologici e culturali, per un senso di displacement che avverte nei confronti dell'Irlanda e verso la quale nutre, tuttavia, un rapporto misto odio-amore. l'Irlanda rimarrà comunque e sempre il costante teatro dei suoi scritti.
Statua di James Joyce, Dublino, O'Connell Street, Cafe Ulysses
James Joyce Centre in North Great George's Street