Così, con una luce a caso che li guidava da una stella scoperta, o da una nave
vagante, o dal Faro stesso, con l’impronta pallida sulle scale e sulla stuoia, quei
piccoli soffi salivano le scale e si facevano strada fino alle porte delle camere.
Ma qui dovevano arrestarsi. Qualunque altra cosa può morire o scomparire,
quello che c’è lì è immutabile. Qui si poteva dire a quelle luci scivolose, a quei
soffi esitanti che alitavano e si curvavano sul letto, qui non potete né toccare
né distruggere. Al che, stanchi, spettrali, come se avessero avuto dita leggere
come piume e della stessa consistenza delle piume, avrebbero guardato, una
volta, gli occhi chiusi e le dita intrecciate, e ripiegando le vesti con gesto
stanco, sarebbero scomparsi. E così, facendosi strada, frugando, andarono alla
finestra delle scale, nelle camere della servitù, tra le scatole in soffitta; e
scendendo, sbiancarono le mele sul tavolo della sala da pranzo, stropicciarono i
petali delle rose, esaminarono il quadro sul cavalletto, spazzarono la stuoia e
soffiarono un po’ di sabbia sul pavimento. Alla fine desistettero, cessarono
insieme, si riunirono insieme, sospirarono insieme; tutti insieme emisero una
raffica di gemiti senza scopo, cui rispose una porta della cucina; si spalancò;
nessuno entrò; e si richiuse con un tonfo.
vagante, o dal Faro stesso, con l’impronta pallida sulle scale e sulla stuoia, quei
piccoli soffi salivano le scale e si facevano strada fino alle porte delle camere.
Ma qui dovevano arrestarsi. Qualunque altra cosa può morire o scomparire,
quello che c’è lì è immutabile. Qui si poteva dire a quelle luci scivolose, a quei
soffi esitanti che alitavano e si curvavano sul letto, qui non potete né toccare
né distruggere. Al che, stanchi, spettrali, come se avessero avuto dita leggere
come piume e della stessa consistenza delle piume, avrebbero guardato, una
volta, gli occhi chiusi e le dita intrecciate, e ripiegando le vesti con gesto
stanco, sarebbero scomparsi. E così, facendosi strada, frugando, andarono alla
finestra delle scale, nelle camere della servitù, tra le scatole in soffitta; e
scendendo, sbiancarono le mele sul tavolo della sala da pranzo, stropicciarono i
petali delle rose, esaminarono il quadro sul cavalletto, spazzarono la stuoia e
soffiarono un po’ di sabbia sul pavimento. Alla fine desistettero, cessarono
insieme, si riunirono insieme, sospirarono insieme; tutti insieme emisero una
raffica di gemiti senza scopo, cui rispose una porta della cucina; si spalancò;
nessuno entrò; e si richiuse con un tonfo.
Virginia Woolf, To the lighthouse
Pensa,Virginia Woolf ai miei tempi tra noi ragazze era conosciuta per il nome inserito nel titolo di un celebre film. Fu la molla che ci fece conoscere "Gita al faro"...questo post mi ha fatto tornare al tempo della scoperta delle grandi letture, una scoperta che accompagna tutta la vita.
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