Inferno, Canto settimo, illustrazione di Paul Gustave Doré
L’invidia è la religione dei mediocri. Li consola, risponde alle inquietudini che li divorano e, in ultima istanza, imputridisce le loro anime e consente di giustificare la loro grettezza e la loro avidità fino a credere che siano virtù e che le porte del cielo si spalancheranno solo per gli infelici come loro, che attraversano la vita senza lasciare altra traccia se non i loro sleali tentativi di sminuire gli altri e di escludere, e se possibile distruggere, chi, per il semplice fatto di esistere e di essere ciò che è, mette in risalto la loro povertà di spirito, di mente e di fegato.
Essa genera insensibilità di cuore, inquietudine nel possesso, ingratitudine, frode e altri soprusi.
Essa genera insensibilità di cuore, inquietudine nel possesso, ingratitudine, frode e altri soprusi.
Carlos Ruiz Zafón, Il gioco dell’angelo
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