mercoledì 30 novembre 2011

IN VINO VERITAS

Solche Welke sind Spiegel: wenn ein Affe hinein guckt, kann kein Apostel heraus sehen
Siffatte opere sono specchi: se una scimmia sbircia li dentro, nessun apostolo puo' farvi apparire il suo volto


Scritto nel 1845, In vino Veritas e' uno dei dei testi filosofico-letterari piu' seducenti della modernita'.  Si tratta di un dialogo a cinque - il Giovinetto, Costantin Costantius, Victor Eremita, il Mercante di Mode, Johannes il Seduttore - sul tema dell'amore, dove si incrociano gli aspetti dell'etica e dell'estetica. Il fantastico diventa qui  la nuova categoria applicata a questo fondamentale tropo dell'esistenza che e' il rapporto tra uomo e donna.  Ed e' il fantastico che si specifica in nuove forme che esso genera da se stesso.  Il fantastico e la forma dell'illusione che vi e' connessa funzionano attraverso la molla del negativo.  Il termine femminile del rapporto, visto in questa chiave dialettica, da un lato e' riconosciuto come non-valido, ma dall'altro e' valido proprio nel momento della sua negazione.  Il termine femminile della relazione da' valore all'uomo, valore esistenziale e storico, proprio nel momento in cui e' negato, che' nella negazione di quello l'uomo afferma la propria positivita'.  Il rapporto per essere tale - dice Victor-Kierkegaard - non puo' essere che negativo.  Un rapporto positivo e' dissoluzione del rapporto stesso, e' obliterazione dei termini.  Dal rapporto negativo come rapporto autentico abbiamo, come immediato e piu' alto prodotto, nientedimeno che la coscienza dell'immortalita' e l'infinita' stessa dell'uomo, la sua collocazione sul piano dei rapporti reali.  Il matrimonio, come falso rapporto positivo, e' invece dissoluzione di ogni valore, in cui tutti i valori si identificano e si perdono, cosi' come i gusti della carne sono tutti presenti e indistinti nella carne della tartaruga.



 

lunedì 28 novembre 2011

CERCHI D'ACQUA


Il fatto è che tu non mi puoi ascoltare, dovunque tu sia. E io non ho altre parole da donarti. Abbiamo consumato tutti i nostri ma e se... li abbiamo dati alla luna, alle sere che si sono sciolte veloci come il ghiaccio sui monti innevati nel gelo delle notti invernali. Li abbiamo ardentemente costruiti e abbandonati al loro destino. Messaggi  navigano via nel mare dei nostri ricordi, barche di carta affondano nell'indifferenza. Il tempo è passato. Sembrava immobile o almeno lenta la sabbia nella clessidra. Sembrava scorrere placido come questo fiume. Sembrava che fossimo noi a scorrere e che le nostre vite fossero svincolate dalle loro catene. Ci ingannavamo lo so adesso che ragiono sull'amore come si fa per un problema di trigonometria.  Allora tutto sembrava facile e naturale. Adesso sono qui faccio rimbalzare sassi piatti sullo specchio dell'acqua disegnano cerchi che spezzano il tuo ricordo. Non so dove sei e non so cosa fai.  Persino io mi sono persa.  Ma se guardi fuori dalla finestra aperta puoi scorgere le colline lontane, appena velate dove la foschia si fa un poco più intensa e sembra serpeggiare, là scorre il fiume, là sono io...
[liberamente adattata da Nuvole Gialle, Racconi, di DR]


Music: Rudolf Schenker
Lyrics: Klaus Meine

Time, it needs time
To win back your love again
I will be there, I will be there
Love, only love
Can bring back your love someday
I will be there, I will be there

I'll fight, babe, I'll fight
To win back your love again
I will be there, I will be there
Love, only love
Can break down the wall someday
I will be there, I will be there

If we'd go again
All the way from the start
I would try to change
The things that killed our love
Your pride has built a wall, so strong
That I can't get through
Is there really no chance
To start once again
I'm loving you

Try, baby try
To trust in my love again
I will be there, I will be there
Love, our love
Just shouldn't be thrown away
I will be there, I will be there

If we'd go again
All the way from the start
I would try to change
The things that killed our love
Your pride has built a wall, so strong
That I can't get through
Is there really no chance
To start once again

If we'd go again
All the way from the start
I would try to change
The things that killed our love
Yes, I've hurt your pride, and I know
What you've been through
You should give me a chance
This can't be the end
I'm still loving you
I'm still loving you, I need your love
I'm still loving you






sabato 19 novembre 2011

SENZA SPAZIO

Oggi i vapori salgono nella giornata immobile, annullano l'orizzonte nel plumbeo uguale, il cielo scompare e l'acqua nel grigio remoto del simbolo. Mi sento stretta tra la sopravvivenza, le spalle protette da lui, e questa essenza che si chiama "fuori", nell'intiepido malgrado tutto.  Rimane il mare, rasserenato, a darmi un'immagine tangibile dell'accadere dentro di me questo dolore che urlo nell'acqua di piombo. Ma adagio, perche' nessuno mi senta.  A te che te ne vai imperterrito.  I meccanismi psicologici sono la vera storia dell'uomo, quella profonda, quella che genera l'altra.  Ma il mare non e' una finzione: e' d'acqua e oggi ha il colore grigio della placenta. Anche gli angeli vengono dal mare. Anche noi che affermiamo di essere stati creati a immagine e somiglianza di Dio onnipotente.  Onnipotente di che?  di uccidere un amore perche' ne sorga un altro uguale?  Onnipotente e' il dolore mio e della materia messasi testardamente sulla strada della conoscenza. 
[G.S.]


"Ombrosa non c'e' piu'. Guardando il cielo sgombro, mi domando se davvero e' esistita.  Quel frastaglio di rami e foglie, biforcazioni, lobi, spiumii, minuto e senza fine, e il cielo solo a sprazzi irregolari e ritagli, forse c'era solo perche' ci passasse mio fratello col suo leggero passo di codibugnolo, era un ricamo fatto sul nulla che assomiglia a questo filo d'inchiostro, come l'ho lasciato correre per pagine e pagine, zeppo di cancellature, di rimandi, di sgorbi nervosi, di macchie, di lacune che a momenti si sgrana in grossi acini chiari, a momenti si infittisce in segni minuscoli come semi puntiformi, ora si ritorce su se stesso, ora si biforca, ora collega grumi di frasi con contorni di foglie o di nuvole, e poi s'intoppa, e poi ripiglia a attorcigliarsi, e corre e corre e si sdipana e avvolge un ultimo grappolo insensato di parole idee sogni ed e' finito."
Calvino, Il Barone Rampante